Guardate i gigli

Una riflessione per la celebrazione della creazione nella parrocchia di Altino

Dal Vangelo secondo Luca, Guardate i gigli, come crescono

L’anno scorso ebbi il privilegio di attraversare la laguna dall’isola di San Francesco del Deserto fino a questa parrocchia di Altino insieme a voi. Fu un’esperienza per me indimenticabile: le ampie distese della laguna con i suoi canali e  le sue barene, il tramonto con il cielo illuminato da lunghe strisce di colore che si rispecchiavano sull’acqua, le grida solitarie degli uccelli acquatici alla ricerca di un ultimo pasto prima della notte, mentre un silenzio sempre più maestoso  scendeva su ogni cosa. In quel momento le parole del libro di Genesi divennero attuali, reali: “Poi udirono la voce di Dio il Signore, che passeggiava nel giardino nella brezza della sera.”

Uno dei residenti dei venti monasteri del Monte Athos in Grecia è un anziano monaco. Ogni giorno, nel tardo pomeriggio prima delle preghiere serali, si siede su una panchina per una trentina di minuti ad osservare e ascoltare il mare, il cielo, la costa, e le montagne che si stendevano davanti a lui. Un giorno gli affidarono un giovane monaco. L’anziano insistette che questo giovane monaco si sedesse ogni giorno con lui sulla panchina. Dopo pochi giorni il giovano monaco cominciò a stufarsi ed, esasperato, si lamentò con l’anziano: ‘Questo è solo perdita di tempo. Perché stiamo qui?’ Il monaco anziano rispose semplicemente ‘Noi ci sediamo qua e da ciò che si trova davanti a noi traiamo l’energia per affrontare la lunga notte di preghiere che ci aspetta.’ Quelle parole, trarre l’energia per affrontare sembra che abbiano un significato profondo che faremo bene a esplorare.

Con questo incontro si chiude la stagione dedicata al Creato ormai celebrata in molte chiese in tutto il mondo. Fa parte della risposta della Chiesa al disastro ambientale che incombe su di noi. Sappiamo che la possibilità di evitare questo disastro è nelle nostre mani. I giovani giustamente ci chiedono di agire subito quando c’è ancora la possibilità di cambiare il corso degli eventi. Il cambiamento che ci chiedono riguarda la politica, riguarda il commercio. E’ nostra responsabilità, di noi che viviamo nelle democrazie, far sì che politici, industriali e banche introducano misure che tutelano l’ambiente e fermino il cambiamento climatico. I mezzi per raggiungere questo scopo sono a portata di mano: sono le urne, le proteste pacifiche, i seminari. La tutela dell’ambiente dev’essere prioritaria nelle elezioni. Dobbiamo anche esaminare i nostri stili di vita e scoprire come possiamo vivere in modo da salvaguardare la bellezza della Creazione, e non distruggerla.

Nel novembre 2021 il Regno Unito e l’Italia ospiteranno insieme l’importantissimo convegno internazionale COP 26, che riguarda la crisi ambientale e del clima. Il convegno ha dato impulso alle Chiese nel Regno Unito che hanno iniziato un programma, della durata di un anno, di preghiera, studio, e azione; lo scopo è di incentivare i fedeli ad impegnarsi di più per fermare il cambiamento climatico. Parte del programma è una App che serve a calcolare l’impronta di carbonio di ogni edificio ecclesiastico – nella sola Inghilterra sono più di 40,000 – per poi capire come renderli più efficienti dal profilo energetico. Si tratta di un passo essenziale verso l’obiettivo ambizioso di ‘net zero’ per tutte le chiese entro il 2030. In più, si spera che la voce delle chiese farà parte del movimento che porterà COP26 a fare da motore ad una politica globale che riesca davvero a promuovere un recupero chiaro senza arretramenti dell’ambiente. Non so se ci siano iniziative simili in Italia, per quanto riguarda COP26. E tuttavia si tratterebbe di un’occasione per i fedeli di entrambi i paesi di lavorare insieme nella speranza universale di prevenire il disastro climatico prima che sia troppo tardi.

Uno dei miei quadri preferiti è ‘Paesaggio invernale con chiesa’ dell’artista romantico Casper David Friedrich. Rappresenta una regione montuosa ricoperta di neve. Se si guarda attentamente, si nota una figura molto piccola di un uomo appoggiato contro una roccia. Sta fissando un crocefisso di legno eretto davanti ad un imponente abete. Sullo sfondo si può discernere il profilo di una chiesa gotica che emerge dalla nebbia. Viene spontaneo chiedersi se l’uomo stava dirigendosi verso quella chiesa. L’uomo si è fermato davanti all’albero per riposarsi un attimo? Oppure, ha incontrato la presenza divina proprio lì, sotto i rami dell’albero? L’albero fa parte di un gruppo di abeti che, nel loro insieme, richiamano la forma architettonica della chiesa. Allora, forse, il messaggio implicito è che un albero può valere quanto una chiesa come luogo di incontro con il divino?

Quest’albero, un abete sempreverde anche in pieno inverno, ha il potere di comunicare l’amore eterno di Dio a chi prova nell’animo la desolazione, rappresentata dal paesaggio innevato. Purtroppo, col passare dei secoli, il popolo di Dio si è allontanato dalla presenza di Dio in Natura per focalizzarsi sempre di più sugli edifici costruiti dall’uomo. Eppure l’elenco di personaggi biblici che hanno incontrato Dio nella e attraverso la natura è lungo. Poi, non è vero che le benedizioni più spirituali e più profonde della nostra fede sono trasmesse attraverso la Natura, con l’acqua, il pane, il vino, e l’olio d’oliva?

Forse ci sono due risposte che i cristiani dovrebbero dare al mondo naturale, davanti al disastro ambientale e climatico che incombe. Per prima cosa, abbiamo il compito di amministrare bene il creato. Quest’obbligo è sottolineato a cominciare dalla storia di Adamo e Eva, fino alle istruzioni di far riposare la terra un anno ogni sette. Speriamo che COP 26 ci aiuterà a capire quali sono i nostri nuovi compiti per questi tempi angoscianti. Ma a volte le regole rischiano di diventare aride e senza anima. Bisogna integrarle con qualcosa che fa emergere gli aspetti emotivi e spirituali dell’interazione dell’umanità con la natura. La chiesa si trova in una posizione forte per contribuire ad entrambe le risposte. Può anche andare oltre, può farle diventare una sola risposta unita e coerente. Perché è proprio quando la presenza di Dio ci si rivela personalmente nella natura che sorgono in noi il desiderio e l’energia necessari a salvaguardare il creato e tutto ciò che esso contiene.

Guardate i gigli, disse il nostro Signore.

Rev’d Canon Malcolm Bradshaw
Cappellano della chiesa anglicana St George’s di Venezia                     11/10/2020

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