RINASCERE DALL’ACQUA E DALLA TERRA

Il tema conduttore della XVI Festa del creato che si è svolta ad Altino domenica 23 settembre è stato “Rinascere dall’acqua e dalla terra”. Un assaggio in attesa degli audio.

In cammino sulla gronda lagunare,  la teologa Cristina Simonelli ha proposto un percorso fatto di racconti di vita, di esperienze, di visioni, di passi biblici per un’immersione “nel linguaggio di tutti, nell’esperienza di tutti”.

Rinascere. “Tutti noi siamo un po’ nati e un po’ ancora da nascere, ancora un po’ nel parto, ancora un po’ in movimento. Siamo anche in parte già nati se sperimentiamo inizi nuovi. Siamo già nati, siamo nati nella vita e abbiamo un’esperienza. E siamo nati, siano stati generati, non ci siamo dati da noi stessi […] non cominciamo da zero, ci diciamo anche una parola di gratitudine, di benedizione ma sappiamo anche che cosa vuol dire avere fame e sete di rinascere del tutto”. Rinascere “è questa possibilità di sperimentarsi ancora per via, ancora per strada, ancora tutti generati ma ancora tutti nella possibilità di vita, di sperimentare il nuovo, di camminare, di rinascere”. Nella consapevolezza che c’è anche un lato difficoltoso, ma con “un segno di possibilità di dare un senso ai nostri giorni, sapendone l’inizio, sapendone la fine, sapendone il limite”.

Acqua: “L’acqua è questione di vita, è questione di giustizia; la mancanza di acqua potabile per tante persone del mondo è questione di migrazioni, di fuga dai territori inariditi; è questione fondamentale la salute di mari e oceani”. Essendo un grande bacino di acque di vita “una laguna può essere un segno della nascita e della rinascita, un segno della gravidanza del mondo, e questo può dirci molto anche su Dio”. Cristina Simonelli guardando alla laguna come luogo di incontro che riesce ad accogliere acque diverse, un luogo di vita, a un luogo di acque calme “come un porto di accoglienza che dà sul mare più grande”, ha invitato a pensare al Mediterraneo, diventato una sorta di “cimitero liquido”, e al dolore di tante madri.

Terra: “La terra non sopporta confini e tutte le volte che nella storia sono stati alzati muri, il risultato è stato una non-vicinanza, gravi conflitti…”. In questo percorso c’è “l’idea che la creazione è tratta dalla terra e può avere due ritorni alla terra: quello negativo, che è quello di Caino che sparge il sangue di Abele facendo una contro-creazione – ed è la nostra contro-creazione tutte le volte che non siamo in custodia della vita, degli altri, del mondo, del creato, delle persone – o quello felice della morte e della resurrezione di Cristo, della Pasqua che è tessere Lui e noi, tesserci nella terra, come nel capitolo 8 della Lettera ai Romani, per fare della nostra spiritualità non uno spiritualismo senza acqua, senza sangue, senza terra ma veramente, il grido cosmico, il parto cosmico di tutta la creazione”.

 

1 Commento

  1. don gianni

    9 Novembre 2018 - 17:56
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    E’ interessante sentirsi Chiesa di”rinati”. Che libertà! Che possibilità di nuovo! Che speranza per il mondo!

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